Pelle al freddo…Vento, umidità e sbalzi termici…

Occhio al vento, umidità e sbalzi termici 

Pelle al freddo

Con le prime giornate di freddo intenso, la pelle va spesso sotto stress a causa di vento, umidità e, soprattutto, sbalzi termici tra ambiente esterno e interno (riscaldato). Un errore da non fare, ad esempio quando ci troviamo in settimana bianca, è quello di piazzarsi davanti al fuoco appena rientrati in casa: la cute passa troppo rapidamente dal vasospasmo alla vasodilatazione, con conseguente congestione delle estremità e talvolta la comparsa di spiacevolissimi geloni.

Ma questo può essere considerato già un caso limite; rientrano invece nella categoria delle alterazioni cutanee da normale esposizione al freddo la secchezza e la congestione della cute del volto e delle mani: la pelle diventa più scabra, si inaridisce, si fissura, non c’è più la traspirazione che in estate apporta acqua allo strato corneo (il più esterno della cute), all’opposto abbiamo una forte disidratazione indotta da vento e freddo.

Guance, naso, orecchie e dita delle mani – dove la circolazione è di tipo terminale diventano così freddi e cianotici.

Fondotinta per lei e crema dopobarba per lui  

Il vento, soprattutto quando ci spostiamo, sia camminando che in bicicletta o in moto, è il responsabile numero 1 della secchezza cutanea, peggio del gelo secco. Per proteggere la pelle del viso, più esposta, l’unico modo è applicare una barriera sotto forma di crema o di trucco. Il maquillage femminile (BB cream, fondotinta, terra, fard o cipria compatta), infatti, può fornire un certo grado di protezione perché costituito quasi sempre da polveri minerali addensate in un eccipiente grasso, che creano una barriera termica fisica. Per quanto riguarda gli uomini, invece, l’errore più comune è mettere un dopobarba secco, alcolico, prima di esporsi al freddo, perché questo prodotto provoca già di suo una disidratazione. Il “pizzicore” che si sente di primo acchito non è affatto un tonico per la pelle, ma solo l’effetto irritante dell’alcol. Molto meglio, allora, usare una crema dopobarba. Parlando di creme, va fatto un importante distinguo: siamo abituati a considerare quelle leggere da giorno e quelle grasse da notte. Per assurdo d’inverno sarebbe bene invertirle, per il discorso fatto sopra: una crema ricca di acqua paradossalmente non si lega alla cute, ma porta via anche l’acqua già presente naturalmente nella pelle.

Mani e piedi freddi: colpa dell’ immobilità 

L’avere sempre le estremità gelate deriva spesso da un problema neurovegetativo-circolatorio, quindi non dermatologico che si verifica soprattutto nelle persone che stanno ferme per lungo tempo nella stessa posizione. Il tono delle piccole arterie terminali che innervano le estremità viene gestito dal calore, ma anche dal tono naturale di ognuno. Chi ha un ipertono di queste arteriole ha la tendenza ad avere estremità fredde, non per danno organico, ma per un problema funzionale. Non essendo una cosa grave, anche in questo caso, pur lasciando spazio a qualche rimedio della nonna (borsa dell’acqua calda, scaldapiedi o tisana prima di coricarsi) non bisogna vergognarsi di usare indumenti di protezione
come calzettoni o felpe di pile, quest’ultimo forse
non farà traspirare in modo ottimale, ma è un formidabile coibente termico, trattiene il calore e non lo
fa disperdere.
I più freddolosi possono ricorrere a qualche massaggio locale, ma soprattutto prendano l’abitudine
di muoversi ogni tanto, alzarsi dalla scrivania o da
davanti al pc e sgranchirsi un po’.