La nascita dei pantaloni per donne…

Pantaloni per donne

È in Persia che troviamo i primi pantaloni per donne. In Europa, i pantaloni femminili non diventano di moda fino al XX secolo. Prima, a causa delle proibizioni religiose e i valori attribuiti a ciascun genere s’imponeva la differenza sessuale nell’abbigliamento, e portare i pantaloni per le donne era proibito e condannato.

In Francia, durante la Rivoluzione,un’ordinanza del prefetto della Polizia di Parigi il 7 novembre 1800 regolamentò l’utilizzo dei pantaloni.Le donne che volevano vestirsi con abiti maschili dovevano presentarsi alla prefettura di polizia per essere autorizzate.Quest’autorizzazione non poteva essere concessa che per motivi medici. Contrariamente a ciò che si è spesso affermato, nessuna legge ha generalizzato questa restrizione.

Successivamente  (nel 1892 e 1909) le donne sono state autorizzate ad usare i pantaloni se tenevano per mano il manubrio della bicicletta o le redini di un cavallo. Poco tempo dopo, le donne non portarono i pantaloni, perché  «una donna che porta i pantaloni è una donna che si porta male» perché «una donna onesta ha le ginocchia sporche».Ma è la pratica dello sport come l’alpinismo o il ciclismo che hanno allargato l’uso dei pantaloni.

I pantaloni ccontinuavo a non essere tollerati come abbigliamento femminile,tranne nel caso che le donne facessero un mestiere da uomo. Così, in Inghilterra, le donne che lavoravano nelle miniere di carbone furono tra le prime a portare i pantaloni per compiere il loro lavoro pericoloso.All’inizio del XX secolo,anche aviatrici e donne attive incominciarono a portarli.

Nel dopo-guerra, i pantaloni sono diventati un capo di tendenza accettato per il giardinaggio, la spiaggia, e le altre attività di piacere.

Più tardi negli anni 1960, André Courrèges, poi Yves Saint Laurent, ha presentato i pantaloni per donna come capo alla moda, che conduce all’era dei jeans chic e dei pantaloni a tailleur.Da allora in poi, il divieto sociale di portare i pantaloni nelle scuole, nel luogo di lavoro e nei ristoranti chic, a poco a poco scomparve.

Ancora oggi nel Sudan, la legge che vieta l’uso del capo d’abbigliamento indecente è interpretata dalle autorità sudanesi come un divieto dell’uso dei pantaloni per le donne e chiunque di loro li indossi è punita con quaranta colpi di frusta.